ABBADO NELLA STAMPA Corriere dell'Alto Adige
Roberto Rinaldi Claudio Abbado Abbado e Bolzano
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Claudio Abbado e Bolzano, un legame storico che dura dal 1982. “Ad ogni buona esecuzione deve corrispondere una buona destinazione”, è un’esclamazione del direttore d’orchestra che sembra fatta apposta per Bolzano. La sua è una presenza che nel 2006 si susseguirà da aprile fino a novembre, da prima con la Gustav Mahler Jugendorchester, poi con l’Orchestra Mozart da maggio in poi per quattro concerti inseriti nella stagione della Haydn. L’appuntamento che desta ora più attenzione, però è quello del 19 aprile, quando prenderà il via la tournée della Gmjo, dopo oltre dieci giorni di prove. Un’orchestra giovanile attesa a Monaco di Baviera, Parigi, Madrid e Torino. Un saggio anticipatorio della loro bravura si avrà già venerdì al teatro Cristallo offerto gratuitamente alla città, ed eseguito da una compagine ristretta della Gmjo. Partita questa orchestra arriverà il 21 la Euyo con Vladimir Ashkenazy, unica data italiana del tour che toccherà anche Monaco e Salisburgo, altrettanto meritevole d’attenzione e partecipazione in omaggio al talento straordinario dei ragazzi che compongono questa orchestra. Tre formazioni nate per volere di Abbado. Aprile è nel segno della grande musica, da Schönberg a Mahler, da Brahms a Strauss, Dvorak e Mozart. Il nome del compositore, nel 250° anniversario della sua nascita, è stato scelto per fondare l’Orchestra Mozart di Bologna, composta di molte prime parti di blasonate orchestre quali i Berliner Philarmoniker, l’Orchestra del Festival di Lucerna, la Mahler Chamber. Quattro concerti dal mese di maggio in poi, ospiti nel cartellone della stagione concertistica della Haydn. Un susseguirsi d’eventi musicali che fanno di Bolzano una delle capitali musicali più invidiate, grazie alla lungimiranza di Renzo Caramaschi, direttore di ripartizione cultura, capace di fondere tra loro istituzioni culturali consolidate, con l’intento di promuovere una stagione musicale che sia sinergica e non concorrenziale. “Abbiamo proposto alla Fondazione Haydn di ospitare nel loro cartellone anche Abbado e la Mozart spiega Caramaschi l’entusiasmo è stato immediato, onorati del prestigio di accogliere una formazione di così alto livello. La Fondazione Mahler è l’istituzione che organizza i concerti e li finanzia, grazie anche al prezioso sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio, grazie al quale siamo riusciti in questo progetto”. Il presidente della Fondazione Hadyn, Franz von Walther: “Abbiamo accolto con favore io e il maestro Gustav Kuhn questa collaborazione, da sempre molta stretta con Il Comune, nello spirito che ci unisce insieme. Utile per tutti, e per il sistema culturale della nostra provincia, senza divisioni, né competizioni. Ospitare Abbado ci consente di dare un’immagine qualitativa che cresce sempre di più sottolinea Franz von Walther che ci viene riconosciuta grazie anche ai riconoscimenti che ci provengono da altre regioni (la Haydn andrà anche al Rossigni Opera Festival di Pesaro). Così facendo lavoriamo per l’educazione e l’istruzione musicale e amministrando bene siamo riusciti ad essere l’unica orchestra italiana, oltre a quella toscana, a non subire i tagli dalla finanziaria. Ora avere Abbado è un gran privilegio per tutti noi”. “Sono felice e grato di questa opportunità risponde Abbado , torno sempre volentieri a Bolzano, riconoscente di quanto faccia Renzo Caramaschi per la musica e i giovani”, “un cittadino del mondo” che ha la cittadinanza onoraria di Bolzano insieme al compianto Carlo Maria Giulini. Concerti in esclusiva per Bolzano, considerando che il direttore d’orchestra ha cancellato una trasferta a Salisburgo dove avrebbe dovuto dirigere proprio la Mozart. Nel capoluogo altoatesino avverranno anche le prove di alcuni dei concerti e il loro debutto, prima di replicarli al Teatro Manzoni di Bologna. Ciò significa molto per la cultura di questa città, un radicamento sul territorio, una maggiore appartenenza alla realtà locale, risiedere e provare un concerto assume un significato diverso da quello di una presenza fugace, suonare e poi ripartire, senza lasciare testimonianza di ciò che costa molta fatica nel provare ed eseguire delle sinfonie. La Gmjo ha invece la residenza stabile a Bolzano ed è già in città dal 6 aprile, impegnata nelle prove con docenti e assistenti musicali che affiancano Abbado, prima che lui stesso diriga l’orchestra nelle prove decisive, e il 19 con il concerto inaugurale. L’esordio della prima presenza a Bolzano di Claudio Abbado risale al 1982, anno in cui per circostanze fortuite si esibì per la prima volta in duomo, alla guida dell’European Community Youth Orchestra. Il primo di ben 15 concerti insieme all’opera Simon Boccanegra di Verdi nel 2001 che si sono susseguiti fino ad arrivare al 2006. Il 19 aprile poi sarà presentato anche l’incisione del Flauto Magico di Mozart, diretto da Claudio Abbado con la Mahler Chamber Orchestra, (etichetta Universal Music -Deutsche Grammophon). Un omaggio a Bolzano voluto dal Club abbadiani itineranti che festeggia i suoi 10 anni dalla fondazione e si avvale della collaborazione dell’assessorato alla cultura e del presidente Giacomo Fornari dell’Istituto musicale Vivaldi. Duilio Courir direttore della rivista Amadeus e Helmuth Failoni critico musicale di Radio Rai Tre, saranno i relatori dell’iniziativa, corredata anche dalla proiezione di un video dell’opera registrato a Reggio Emilia e messo a disposizione dal Teatro Municipale di quella città. “Il Flauto Magico ha un messaggio ben preciso spiega Claudio Abbado - è una favola rivolta anche agli adulti e non solo ai bambini, serve principalmente per far capire che si può e si deve fare di tutto per cambiare la vita in bene. Il Flauto è una metafora sul come impegnarsi per il bene, per migliorare l’esistenza di tutti e questa metafora qualcuno la usa”. Abbado è un direttore d’orchestra innamorato del suo lavoro e nei confronti dei giovani ha un rapporto speciale, autore perfino di un libro per bambini: “La Casa dei Suoni” edito da Raffella Archinto in cui si racconta come gli è nata la passione della musica, spiegata con immagini e parole semplici adatte alla comprensione dei più piccoli che forse un giorno diventeranno musicisti da adulti. “Ho accettato la proposta di scrivere questo libro perché, da quando dirigo orchestre composte di giovani musicisti, come quell’europea formata da ragazzi tra i quattordici e i ventitrè anni scrive nell’introduzione l’autore - ho ritrovato in loro entusiasmo e uno slancio non ancora intaccati né rovinati dalla professione o, come in certi casi accade, dalla vita. Dalla loro disponibilità, che non conosce limiti, dalla loro freschezza di interpretazione, dalla loro passione ho imparato molto, cercando di mantenere vivo il rapporto di reciproco apprendimento. Per questi motivi dedico queste pagine ai giovani, come testimonianza della mia riconoscenza e amicizia verso i nuovi musicisti, che intendono la musica come una ragione di vita”. Lo scopo di un viaggio che Abbado ha fatto recentemente in Venezuela interessato alle sorti di quel paese e delle sue nuove generazioni, come di tutte le nazioni povere e sottosviluppate. Il suo impegno etico e sociale lo spinge ad occuparsi in prima persona e lo fa in molti modi, quello più congeniale a lui è certamente il prendersi a cuore l’istruzione musicale e culturale dei giovani. Lo fa concretamente anche a Bolzano dove nella Gmjo sono stati inseriti in organico nell’orchestra alcuni musicisti mediorientali. “Come ogni anno, torno dal Venezuela avendo vissuto un’esperienza umana, oltre che sociale e culturale, grazie a quanto fa José Antonio Abreu, che organizza la formazione musicale del suo paese. Quello che mi ha impressionato di più prosegue Abbado - è l’entusiasmo e l’energia dei giovani di quel paese. Giovani musicisti che si ritengono molto fortunati perché hanno una chiara prospettiva sociale, che nasce da un approccio collettivo alla musica, dalla gioia di fare musica assieme. Come cittadino del mondo, sento la necessità di parlare di queste iniziative costruttive”. In ogni paese, anche senza l’appoggio da parte dei governi, ci sono iniziative di valore, come a Caracas, grazie alla donazione di un centro di ricerca universitario americano che ha donato 200 apparecchi acustici ai giovani sordomuti che esprimono la musica attraverso il movimento delle mani” A Caracas e all’Havana nel 2005 ha iniziato a dirigere l’Orchestra de Jovenes latino americanos, una formazione multirazziale di ben 285 elementi tra i 15 e i 24 anni. Un’iniziativa che coinvolge 240 mila giovani che provengono dai barrios e dalle favelas. “Questi musicisti diventano dei simboli, esempi da seguire, come Edicson Ruiz, che a soli 19 anni suona il contrabbasso nei Berliner, Gustavo Dudamel, l’attuale direttore dell’Orchestra Bolivar, spiega con ammirazione Abbado e con lui e la sua orchestra saremo a Palermo e a Roma in settembre”. Roberto Rinaldi
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