ABBADO NELLA STAMPA La Repubblica Gustavo Dudamel
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È in Italia, prima a Palermo poi a Roma, l' Orchestra giovanile del Venezuela con Dudamel Abbado: Imparate dalla Bolivar la musica aiuta a trovare la strada LEONETTA BENTIVOGLIO ROMA - C' è una storia in arrivo dal Terzo mondo che può dare molte lezioni a un paese disimpegnato o assente nell' istruzione musicale come il nostro. è quella dell' Orchestra giovanile del Venezuela Simon Bolivar, frutto di un sistema pedagogico e sociale straordinario, che insegna ai ragazzi la gioia del suonare insieme e segnala quanto il patrimonio della musica può davvero fare per la vita. Vedere (e ascoltare) per credere: la Bolivar, formata da 200 strumentisti che rappresentano il meglio delle orchestre giovanili venezuelane, ha un' energia travolgente ed esprime un' intensità «che fa tremare i muri», come è stato scritto in occasione del suo passaggio trionfale alla Philharmonie di Berlino. Da oggi è in Italia, al Massimo di Palermo, che la ospita per due concerti. Conduce il primo (stasera) il 25enne venezuelano Gustavo Dudamel, talento in ascesa internazionale e direttore musicale del complesso, mentre domani tocca a Claudio Abbado, fervido sostenitore dell' orchestra e del sistema che l' ha plasmata. Il tour prosegue a Roma per Santa Cecilia, con due tappe sempre con Dudamel (14) e Abbado (15). S' affidano a quest' ultimo la Quinta Sinfonia di Mahler e il Triplo Concerto per violino, violoncello, pianoforte e orchestra di Beethoven, coi solisti Ilya Gringolts, Mario Brunello e Alexander Lonquich. Anche Dudamel dirige Beethoven: l' Ouverture di Egmont e la Quinta Sinfonia (e la Deutsche Grammophon sta lanciando un disco tutto beethoveniano del giovane maestro e dei suoi ragazzi, con la Quinta e la Settima Sinfonia). Ideato e messo in pratica dal musicista ed ex ministro della cultura venezuelano José Antonio Abreu, che a Roma, il 14, riceverà il Premio Unicef, il sistema da cui nasce la Bolivar è un progetto sociale e culturale unico al mondo, come narra con purezza e senza sentimentalismi il film di Alberto Arvelo "Suonare e lottare", che sarà proiettato all' Auditorium di Roma il 14 e il 15 alle 18.45. Sempre in questi giorni esce "L' altra voce della musica - In viaggio con Claudio Abbado tra Caracas e l' Avana", un film di Helmut Failoni e Francesco Merini, venduto in dvd insieme al libro dallo stesso titolo firmato da Failoni (Il Saggiatore). Sono 400 mila i giovani cresciuti in Venezuela col sistema Abreu fin dalla sua creazione, una trentina d' anni fa. La struttura didattica è piramidale, scandita da orchestre preinfantili, infantili e giovanili. I ragazzi più esperti insegnano ai più piccoli, e per gli studenti spostamenti e sostegno sociale sono gratis. In un paese degradato come il Venezuela, afflitto da povertà, droga e violenza, il fare musica insieme dà il senso di un riscatto. Per migliaia di giovani venezuelani la musica è tutto, anche sopravvivenza fisica: possibilità di mangiare, libertà di non farsi sfruttare. Valori morali e spirituali. Solidarietà, condivisione. Come sostiene Abbado, «il sistema Abreu dimostra quanto la musica possa aiutare le nuove generazioni a trovare una strada, un interesse, una ragione di vita». Ma al di là del significato umanitario del progetto, spicca la sua qualità musicale: tutti i direttori che hanno collaborato con l' impresa venezuelana, da Barenboim a Rattle, dal compianto Sinopoli a Harding, sono rimasti colpiti dall' alto livello tecnico dei musicisti. Uno di loro, Edicson Ruiz, ex ragazzo a rischio in uno dei quartieri più duri di Caracas, è diventato a 19 anni il più giovane contrabbassista mai entrato a far parte dei Berliner Philharmoniker.
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