Brahms
Concerto n°2 per pianoforte e orchestra
Maurizio Pollini,piano
Anton Bruckner
Sinfonia n° 4
Romantica
LUCERNE FESTIVAL ORCHESTRA
Claudio Abbado
e attorno
Concerto a Lucerna con Pollini davanti al presidente Napolitano Abbado «disegna» Bruckner
C' era molta Italia, con il presidente Napolitano ospite del capo della Confederazione elvetica, al concerto di venerdì (replicato ieri) del Festival di Lucerna. È il terzo dei tre che vedono Claudio Abbado sul podio; solista nel Concerto n.2 per pianoforte e orchestra di Brahms c' è Maurizio Pollini e non va dimenticato Mario Brunello tra i violoncelli in funzione di solista che assolve con un suono rotondo, cantabile, sorgivo, di rapinosa bellezza, nell' Andante del Concerto medesimo. Ma il fatto eclatante, quello che resta scolpito nel cuore di chi voglia ascoltare la Musica, è l' esecuzione della Sinfonia n.4 di Bruckner, la «Romantica». Una settimana fa, quando Abbado ha diretto la Sesta di Mahler, si è parlato di «felicità» musicale, per l' adesione emotiva, la perfezione tecnica, la complicità interpretativa che il carisma del direttore milanese riesce a plasmare con la fantastica «materia prima» che si riunisce nella cittadina svizzera. Difficile pensare che sia possibile di meglio. Ma è ciò che accade in questa Quarta. Anzitutto, l' orchestra: quello che non dà la continuità del vivere fianco a fianco per tutto l' anno davanti allo stesso leggio, lo dà la classe, la disponibilità, la voglia di far musica insieme di questo esercito di stupendi musicisti di tutta Europa. Rispetto ad altre pur ottime formazioni, non è né di più né di meno, è un altro ordine di grandezza. La potenza che scatena (tanto più nel Konzertsaal, bruttino sul piano estetico ma eccellente sul piano acustico), l' impareggiabile escursione dinamica e al contempo la flessibilità di stile che esibisce, sezione per sezione, permettono al pubblico un' esperienza d' ascolto indimenticabile. Tutta di Abbado è invece la cultura e la sensibilità di non usare questo strumento in termini di mera esibizione muscolare. Ciò che impressiona è il nitore con cui ogni configurazione armonica e timbrica diviene la successiva, in un disegno architettonico complessivo d' estremo rigore. La morale è che si sente tutto, pur in presenza di una scrittura d' elevata densità polifonica come quella di Bruckner. E Brahms? Sembra sciocco affermarlo, ma dopo un Bruckner così passa in secondo piano perché è «solo» un' esecuzione molto buona, seppure non con il miglior Pollini di questi ultimi anni. Girardi Enrico