ABBADO NELLA STAMPA La Repubblica(Palermo) Gustavo Dudamel
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Due serate al Massimo con la Bolivar L' orchestra giovanile del Venezuela diretta da due grandi bacchette ALESSANDRO DI GLORIA C' è il primo violino entusiasta della magnificenza del Teatro Massimo e c' è l' emozione di un' orchestra simile a una scolaresca. E soprattutto c' è il carisma di un direttore come Claudio Abbado, la cui presenza al Massimo è ormai il simbolo della riapertura e della fine di un silenzio. Non è un giorno come gli altri, al Teatro Massimo. Già, perché questa che va in scena stasera e domani sembra quasi una favola che arriva dal Venezuela, un Paese con innumerevoli problemi economici, sanitari, di criminalità. Ma a fronte di tanto disagio emerge un' oasi di ricchezza culturale fondata sulla musica: la scommessa è di Antonio Abreu, direttore d' orchestra ed ex Ministro della Cultura in Venezuela, che nel 1975 realizza un programma di educazione musicale che oggi vede impegnati quindicimila insegnanti e trecento tra cori e orchestre giovanili in tutto il Paese formati da ragazzi e bambini di tutte le età provenienti spesso dalla strada e riscattati socialmente attraverso la musica. La punta di diamante di questo sistema è la Orquesta Sinfonica de la juventud venezolana Simon Bolivar composta da ragazzi giovanissimi, a loro volta diretti da un venticinquenne dalle doti straordinarie, Gustavo Dudamel. Dopo Giuseppe Sinopoli, Placido Domingo e Simon Rattle, è Claudio Abbado che ormai da due anni trascorre i mesi invernali in Venezuela pur di poter lavorare con questi giovani musicisti e da allora non si stanca mai di osannare questa realtà. Oggi questo progetto sbarca a Palermo per i primi concerti della Bolivar al Teatro Massimo diretti stasera da Gustavo Dudamel e domani da Claudio Abbado. L' arrivo in città per i duecento ragazzi è stato entusiastico e ieri li si poteva vedere tutti questi giovani dalla pelle ambrata entrare in teatro per le prove: «Palermo è bellissima - dice il primo violino Alejandro Carreno, 21 anni - per non parlare del Teatro, amazing (stupefacente, ndr)». Alejandro ha cominciato la sua carriera a dieci anni suonando nell' orchestra nazionale dei bambini. Adesso è alla Bolivar e suo compagno di leggio per anni è stato proprio Gustavo Dudamel: «Ci conosciamo tutti in orchestra, siamo cresciuti insieme e Gustavo è uno di noi, fa parte integrante dell' orchestra. Poi è arrivato Claudio Abbado e per noi è stata la realizzazione di un sogno perché quando eravamo piccoli il maestro Abreu ci faceva sempre sentire i suoi dischi e ci sembrava un mito irraggiungibile». Quando sono sul palco il colpo d' occhio è impressionante più di duecento ragazzi entusiasti di suonare insieme divertendosi: l' ultimo concerto in Europa risale a qualche mese fa alla Philharmonie di Berlino e l' emozione che suscitò quel concerto è indimenticabile come di sicuro sarà il concerto di stasera quando la Bolivar eseguirà l' ouverture da "Egmont" e la V Sinfonia di Beethoven cui seguiranno brani di Prado, Bernstein, Rossini, Verdi e Ginastera. Alle prove di domenica a salutare Abbado e Dudamel c' era il direttore d' orchestra palermitano Gabriele Ferro e il suo entusiasmo per quanto ha visto e ascoltato lascia intendere che stasera e domani si assisterà a qualcosa di speciale.
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