Continua stasera l' avventura palermitana dell' Orquesta Sinfonica Simon Bolivar con Claudio Abbado sul podio dopo il successo ottenuto ieri sera da Gustavo Dudamel e dall' intera orchestra. Abbado sarà affiancato nella prima parte della serata da Ilya Gringolts al violino, Mario Brunello al violoncello ed Alexander Lonquich al pianoforte nel Triplo Concerto di Beethoven, mentre nella seconda parte sarà protagonista Mahler e la sua V sinfonia. I concerti palermitani, secondo quello che ieri in conferenza stampa ha detto il padre del sistema pedagogico venezuelano Josè Antonio Abreu, si profilano come l' inizio di una collaborazione con Palermo e il Teatro Massimo. «Il Venezuela e la Sicilia hanno molto in comune - sostiene Abreu - perché in entrambi i paesi coesistono eredità culturali molteplici, un sincero calore umano e la voglia di riscattarsi da un passato non sempre felice. In tutta l' America latina siamo riusciti in trent' anni a crescere con la musica generazioni di ragazzi che avrebbero potuto tenere armi in mano piuttosto che strumenti musicali. Con soli 40 milioni di euro all' anno e grazie a una rete di volontariato - continua Abreu - permettiamo a bambini con problemi economici, fisici, psichici, di arricchire il proprio spirito grazie alla musica: questo è stato permesso anche grazie all' aiuto dell' Italia, in particolar modo di Claudio Abbado, che ci regala ogni anno la sua esperienza». Le parole di Abreu sono accompagnate dal video che accompagna una pubblicazione appena uscita dal titolo "L' altra voce della musica" curata da Helmut Failoni e Francesco Merini in cui si racconta l' esperienza di Abbado in Venezuela negli ultimi due anni: sono immagini toccanti di realtà poverissime ma in cui si avvera il miracolo del riscatto attraverso la musica. Racconta lo stesso Abbado nel video: «è un esempio per tutto il mondo, c' è l' orchestra dei bambini e quella infantile, poi si sale fino a quella professionale. La musica in Venezuela coinvolge 240mila giovani. è un' esperienza che ha cambiato il mio approccio alla musica e ogni volta che vado in Venezuela scopro nuove strade dal punto di vista umano e sociale. Tutto ciò mi fa capire quanto sia importante il lavoro dell' amico Abreu». Alla fine dell' incontro Gustavo Dudamel irrompe insieme ad alcuni membri dell' Orchestra: sono Jorge Velasquez, 13 anni, Alexander Ricaurte, 20 anni, Enrique Carrello, 19 anni, Luis Velasquez, 20 anni. Suonano il fagotto, il violino, la viola e indossano una maglietta con scritto "Vado al Massimo": «Una sera abbiamo visto il Teatro Massimo nel dvd del concerto che Abbado ha diretto qui nel 2002 - racconta Dudamel - e siamo rimasti davvero impressionati dalla bellezza di questo teatro che in video scintillava di luci e colori. Appena abbiamo saputo che avremmo suonato in questo teatro ci siamo scatenati e piangevamo tutti di gioia. è con questo spirito che siamo qui oggi e ne siamo orgogliosi».