LA STAGIONE DEL VENTICINQUENNALE DELLA FILARMONICA DELLA SCALA
Milano, 20 settembre 2006
Presentata oggi nel foyer dei palchi la stagione 2006-2007 della Filarmonica della Scala, fondata alla fine del 1981 da un’idea sviluppata da Claudio Abbado con gli orchestrali del Teatro, sull’impronta dei Wiener Philharmoniker. Il primo concerto ebbe luogo il 25 gennaio 1982, in programma la III sinfonia di Gustav Mahler, programma che sarà riproposto il 6 dicembre con Gustavo Dudamel come direttore.
(…possiamo sognare che ci sia un nuovo scambio di bacchetta, come quello di Palermo e Roma, e che Dudamel lasci Claudio dirigere sul podio che lo vede assente dal 1993?)
La stagione vedrà alternarsi direttori come Chailly, Chung, Noseda, Harding, Gatti, Gergiev, Jansons (ma con la Bayerischen Rundfunks), McFerrin, Maazel a Metha, oltre a Dudamel che dirigerà il concerto di esordio
Bello e suggestivo il ricordo che ha fatto Ernesto Schiavi della storia della nascita di questa orchestra; ve ne riporto il testo che compare sul programma di presentazione della stagione:
Lunghe chiacchierate costruttive e compartecipazione di idee e di intenti: secondo il concreto stile di Claudio Abbado in soli sei mesi, con gestazione assai breve, nasce nel 1982 la Filarmonica della Scala. Per me, violinista dell’Orchestra della Scala e allora fra i fondatori, è subito forte e sentito il senso della sfida. L’indipendenza delle scelte artistiche, gestionali ed economiche era ovviamente uno stimolo anche se il percorso non si presentava privo di pericoli. Faticoso ma entusiasmante è sempre stato per me contribuire ai passi dell’evoluzione artistica, alla progressiva affermazione in Italia e nel mondo, al consolidamento della struttura organizzativa e gestionale, percependo contemporaneamente dall’interno le assonanze, le divergenze a volte profonde, tutto ciò che è vera vita, e giorno per giorno si fa storia trasformando un insieme di persone in un’Istituzione. Questa Istituzione appartiene ora a chi l’ha fondata, alla città che l’ha accolta col suo pubblico sempre presente, a chi l’ha sostenuta economicamente e mediaticamente, a chi in ogni settore ne è stato parte con il suo lavoro quotidiano, ai solisti e direttori di fama internazionale che facendo musica insieme le hanno donato la propria sensibilità musicale e ne hanno ampliato il repertorio, e in particolare ai direttori che hanno profuso ogni giorno per anni le proprie energie per formarla quale essa è oggi. Le custodie dei nostri strumenti sono oggi scrigni da aprire: ne uscirà la strana combinazione alchemica di note, gioie, ricordi, viaggi faticosi, noia, tensione, che ha reso questa avventura così affascinante e così piena di futuro.